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UNIVERSITA’ DI FIRENZE – DIPARTIMENTO DI ARCHITETTURA – DIDA UNITA’ DI RICERCA PAESAGGIO, PATRIMONIO CULTURALE,PROGETTO – P.Pc.P

Proposta di legge regionale - toscana NORME PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO P.d.L. 282/2013

art. 60 - Qualità degli insediamenti

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente proliferare di Leggi e Leggine, Regolamenti ecc., tutti o quasi a carattere impositivo. Al contrario una Norma, per essere efficace, deve produrre prioritariamente cultura, essere quindi propositiva – diversamente produrrà molta burocrazia e pochi avvilenti risultati. Occorre quindi veicolare cultura, perché nessuna norma potrà sostituirsi – nel momento del “fare” - alle coscienze dei singoli attori. In tale ottica appare evidente l'importanza DEL LINGUAGGIO: il linguaggio condiziona il pensiero. Utilizzare parole come “piazza” invece di “spazi pubblici”, “giardino” invece di “verde” pubblico (campagna invece di “territorio rurale).

L'art. 60 costituisce una importate occasione per affrontare e mettere in luce quella che spesso è una zona d'ombra, a volte oscura, dove l'Urbanistica dovrebbe diventare Architettura. Si ritiene, in sintesi, che si debba provvedere, con opportuno * emendamento, a rimodulare ed integrare l'articolato – comma 1 lettere a) → m) - con riferimento a caratteri non prettamente prestazionali o prescrittivi ma prioritariamente di incremento e/o salvaguardia della qualità delle relazioni sociali e della vita delle persone che abitano e lavorano. Suggeriamo di definire gli obbiettivi di qualità secondo cinque direttrici:

  • relazioni sociali
  • vita
  • memoria (rif. Statuto del territorio)
  • appartenenza (rif. Partecipazione)
  • Microclima.

Nell'ottica di una reale progettualità della pianificazione territoriale/urbanistica leggere il tessuto urbano come immagine costruita del tessuto sociale, del tessuto delle relazioni:

  • La città dei bambini (la parola bambino non compare mai in tutto il testo di legge) una città per i bambini è una città aperta alla vita ed accessibile; nasciamo disabili, invecchiamo – chi più chi meno – disabili (nella proposta di legge l'accessibilità è al 9° posto)
  • la città degli anziani; la terza età come ricchezza di sapere e di memoria; una città che rispetta gli anziani è una città che investe sul futuro, perché non ci può essere futuro senza un passato;
  • la città dei ragazzi; le nuove generazioni al centro delle politiche, non solo occupazionali ma di crescita ed integrazione sociale;
  • la città dell'incontro e del sapere: strutturare le dotazioni di spazi per l'istruzione e la cultura in un continuum relazionato con gli spazi dell'incontro (giardini, piazze) – ricostruzione, ristrutturazione, conservazione dell'immagine della città attraverso la sua memoria;
  • il “green-front”, l'immagine della città dal territorio contermine, il luogo in cui città e campagna (territorio rurale) si incontrano
  • la città del fare: Ripensare integralmente le aree artigianali e produttive come aree di grande qualità urbana; il lavoro come valore, aree produttive inserite nel tessuto urbano e connotate per il loro intrinseco valore; i luoghi di lavoro sono luoghi dove le persone passano molto tempo, oltre che sicuri devono essere belli, ovvero di elevata qualità architettonica ed ambientale.

Attraverso la progettazione del tessuto urbano costruire, ristrutturare e conservare l'immagine della città e quindi la sua identità (statuto del territorio) e senso di appartenenza (partecipazione).

art.61 (Attuazione delle politiche per la casa negli strumenti della pianificazione territoriale e urbanistica) L'articolo impone che negli strumenti di Pianificazione sia prevista la cessione gratuita di quote pari al 20% - in caso di nuova costruzione – o del 10% - in caso di ristrutturazione urbanistica - della SUL realizzata. Si suggerisce di ripensare alle politiche per la casa come progetto di coinvolgimento sociale - che non si può esaurire in un ulteriore balzello da imporre all'iniziativa privata con modalità di difficile monitoraggio: Occorre progettare una città solidale, prevedendo che le politiche per la casa siano attuate direttamente dalle P.A. - anche attraverso il contributo dei privati – ma all'interno di un piano complessivo che si inserisca nel tessuto ordito come immagine complessiva della città (integrazione)

art. 66 (qualità del territorio rurale) Si descrivono gli obbiettivi che la pianificazione ai diversi livelli deve raggiungere al fine di garantire la qualità del territorio rurale. Si ritiene che si debba rimodulare ed integrare l'articolato – comma 2 lettere a) → e) - con riferimento a caratteri non prettamente prestazionali ma prioritariamente di promozione e salvaguardia della cultura contadina. Occorre infatti riconoscere l'Attività agricola come attività di cultura (non riduttivamente attività economico-produttiva):

  • cultura del saper trasformare aggiungendo valore: conservazione, valorizzazione e riproduzione del paesaggio;
  • cultura del saper produrre conservando intatte le risorse: assetto idrogeologico, attività di monitoraggio del territorio, pratiche agricole biologiche;
  • cultura del saper fare: centralità della produzione alimentare, conservazione e valorizzazione della produzione tipica, importanza della filiera corta, promozione dell'economia a “km 0” (con ricadute a livello di economia sul territorio);
  • cultura del saper insegnare: riconoscere e promuovere la campagna (c.d territorio rurale) nel suo grande valore didattico;
  • cultura del saper incontrare: cultura dell'ospitalità (agriturismo e agricampeggio)

Occorre inoltre riordinare gli artt. 63-65, includendo nell'art. 66 tutte le indicazioni riferite agli obbiettivi di qualità. Silvia Nanni