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PROGETTO – Villaggio socio-assistenziale Zanzibar (Unguja) - Tanzania - Makunduchi, località Kajenwua Masterplan

Committente: Associazione Onlus

Progettisti incaricati: Arch. Silvia Nanni, Arch. Davide De Plano

Indice

Introduzione

L'obiettivo dell'intervento è la creazione di una struttura di sostegno alla popolazione, in particolare a quella fascia di popolazione più debole rappresentata dai tanti bambini orfani – fenomeno endemico causato dalla forte diffusione dell'HIV – e bambini disabili, altro fenomeno grave causato dalla alta diffusione della Sclerosi multipla oltre che dalla malnutrizione e assenza di igiene.

La struttura va in parte a sopperire alla importante carenza di strutture sanitarie, che interessa tutta l'isola di Unguja, l'isola principale dell'Arcipelago di Zanzibar, ma in particolar modo la parte meridionale, più povera.

file:cons.jpg partecipazione al Consiglio comunale di Kajenwua

Il Centro socio-assistenziale è rivolto prevalentemente ai bambini, in particolare ad orfani e disabili, mediante la realizzazione di un Villaggio comprendenti orfanotrofio, scuola, struttura sanitaria di primo soccorso e diagnostica, laboratori per l'insegnamento di arti e mestieri, coltivazioni unitamente a strutture sportive e ricreative.

Il contesto sociale

Una larga parte della popolazione è priva di risorse e vive in estrema povertà; allo stesso tempo Zanzibar sta vivendo un momento di forte crescita demografica; una intera nuova generazione che presto dovrà crearsi nuove opportunità di lavoro e sostentamento.

I dati demografici sulla popolazione dell'Isola di UNGUJA, indicano una percentuale di popolazione sotto i 15 anni pari al 65% del totale con un incremento demografico annuo del 3,3% (fonte:REVOLUTIONARY GOVERNMENT OF ZANZIBAR, COMPREHENSIVE MULT YEAR PLAN – ZANZIBAR 2010 – 2014, July 2009); Da un documento redatto dalle autorità locali si rileva che il Villaggio di Makunduchi, dove sorgerà il Centro, il 10% della popolazione è rappresentato da bambini sotto i 5 anni.

Un fattore che può rappresentare una grande risorsa per il futuro o, per contro, il collasso del già fragile del sistema socio-assistenziale. Obbiettivo dell'intervento è conseguentemente anche la formazione, scolastica e professionale, per garantire un futuro dignitoso alle nuove generazioni.

Contesto ambientale

Nell'isola è praticamente assente un sistema di raccolta dei rifiuti; assenti gli impianti fognari e depuratori di acque reflue. La maggior parte dei Resort non ha depuratore e i rifiuti, in particolare le bottiglie di plastica, vengono abbandonati nei terreni incustoditi.

La rete elettrica, su pali di legno, raggiunge le principali località. Sono frequenti i blak-out. E' assente una rete acquedottistica; l'approvigionamento di acqua potabile avviene tramite pozzi che, se battuti in prossimità del litorale estraggono acqua con una notevole componente salina; la maggior parte delle abitazioni è priva di acqua corrente.

Per la realizzazione del Centro il governo Zanzibarino ha dato in concessione alla Associazione onlus committente un ampio appezzamento di terreno in Makunduchi, località Kajengwa – Kusini, Distretto di Unguja (Zanzibar) dell' estensione di circa 80.000 mq.

Criteri generali

In un contesto di assoluta povertà e di emergenza sanitaria tentare di riprodurre un modello insostenibile di benessere replicando errori ed orrori - dai quali ancora oggi il mondo occidentale sembra non sapere uscire – appare più che un “aiuto” l'ennesima assurdità.

L'unica scelta possibile che si impone è quella di “importare” equità sociale e rispetto per la persona umana.


Il Villaggio è pensato autosufficiente sotto il profilo energetico, a basso impatto ambientale prevedendo un trattamento finale delle acque reflue mediante fitodepurazione, il recupero delle acque grigie, una corretta gestione dei rifiuti mediante compostaggio e riciclo. Le necessità primarie alimentari sono sopperite dall'autoproduzione di verdure ed ortaggi nonché dall'allevamento di animali da cortile.

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In un contesto in cui la persona è avvilita nel concreto dei suoi stessi bisogni primari e vive una quotidianità senza futuro, portare soluzioni di qualità è innanzitutto portare un messaggio di rispetto per la dignità umana, di valorizzazione della persona, di conservazione e protezione delle risorse naturali ispirando le nuove generazioni ad auto-costruire il proprio futuro.

PRINCIPI PROGETTUALI

La povertà di mezzi spesso suggerisce soluzioni semplicistiche: organizzazioni spaziali ispirate più che dalla essenzialità dalla banalità delle scatole prodotte in serie. Qui l'industrializzazione – viene spontaneo dire “per fortuna” – non ha mai visto la luce, e con lei la standardizzazione mentre si riscontra una diffusa capacità manuale.

L'organizzazione spaziale, il disegno dell'intera area ha origine da un fulcro centrale: un quadrato inscritto in un cerchio, all'interno del quale è disegnato un sole, immagine-simbolo del Villaggio. La figura geometrica del quadrato inscritto in un cerchio si ricollega a tradizioni arcaiche dei riti di costruzione.

L'impianto generale dell'area si sviluppa in una serie di gerarchie di centri: dal nucleo centrale si sviluppano a raggiera le varie zone, ognuna delle quali ha un suo centro, un proprio fulcro ordinatore dello spazio, intimamente collegato al fulcro centrale.

Ne deriva un disegno organico, in cui ogni parte è tassello di un tutto e, nello stesso tempo, il disegno complessivo è fatto salvo anche se il progetto venisse realizzato solo in parte. In uno spazio ordinato è possibile orientarsi ed identificarsi, in una parola, abitare. Al contempo, la disposizione degli edifici riprende il tema della prossimità, che abbiamo rilevato nei villaggi, dove gli edifici non hanno “retri” ma solo “fronti”; il vero spazio non è né interno né esterno ma più propriamente è il connettivo, lo spazio delle relazioni.

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Un aspetto particolare è infatti il diverso concetto di interno opposto all'esterno: in un contesto climatico molto più favorevole che alle nostre latitudini e dove non ha senso “chiudersi dentro”, la contrapposizione tra spazio interno e l'esterno è più sfumata.

Organizzazione funzionale

Il nucleo centrale del Villaggio si sviluppa intorno al suo centro-simbolo, dal quale si irraggiano i singoli edifici. Trattandosi di un centro rivolto ai bambini, ed in particolare ai bambini più fragili come orfani e disabili, l'area del villaggio è concepita con gradi diversi di intimità e le singole funzioni sono collocate in zone più o meno pubbliche a seconda della loro specifica destinazione. L'intero Villaggio si colloca ai margini della viabilità esistente, di cui è previsto un modesto allargamento. Il Centro di Pronto soccorso è invece ubicato lungo la nuova viabilità e nel punto più vicino all'intersezione con la viabilità principale Makunduchi – Paje.


Il Masterplan

Proveniendo da sud-ovest, ovvero dal Villaggio di Kajenwa, percorrendo l'originario stradello sterrato, troviamo quindi prima la zona legata alle coltivazioni – sia per i bisogni del Villaggio ma anche per il suo sostentamento economico – il campo sportivo multidisciplinare e quindi i laboratori per arti e mestieri con il sovrastante spaccio; di fronte il complesso scolastico, con ingresso dalla piazza (nucleo centrale) ma che si sviluppa nell'area verde frontistante le coltivazioni di spezie. Sulla piazza si affacciano anche la Sala proiezioni, l'ufficio Accoglienza volontari con gli uffici e la Direzione del Villaggio, un piccolo centro sportivo dedicato alla riabilitazione con piscina riabilitativa e piccola palestra ed infine l'Orfanotrofio con ingresso defilato. Quest'ultimo si sviluppa su un grande spazio verde affacciato sul mare.

Sia la Scuola che l'Orfanotrofio godono di un ampio spazio di pertinenza, dove i bambini possano giocare e svolgere le loro attività, compreso un piccolo orto ed uno spazio per il giardinaggio.

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Il disegno dell'intero Villaggio come la conformazione dei fabbricati è concepita in chiave bioclimatica al fine di utilizzare la ventilazione naturale in modo ottimale. Il disegno del verde è studiato al fine di creare zone di ombreggiatura ed al tempo stesso come dispositivo frangivento o per creare viceversa un “effetto Venturi”. L'organizzazione spaziale dei volumi è articolata anche al fine di assicurare una ventilazione ottimale di tutta l'area. La presenza dei fabbricati ed il disegno della vegetazione crea inoltre una zona, ad ovest degli stessi, di ridotta ventilazione e pertanto ottimale per la coltivazione delle spezie.

La povertà di mezzi si coniuga con una ricchezza di valori: bellezza, solidarietà, empatia; valori che “costano” impegno, ideazione, creatività e know-how ma che non comportano in effetti un aumento di costi.

La povertà di mezzi ben si sposa con una ricchezza di soluzioni spaziali, dove la Frugalità e la “giusta misura” sono il materiale da costruzione di un progetto di Bellezza nella Sostenibilità. Soluzioni ispirate all'essenzialità coniugata ad ottimi standard qualitativi, innovazione coniugata con le tradizioni e le risorse locali.


SOLUZIONI TECNICHE

Tradizione architettonica e principi di sostenibilità – bioclimatica

Tradizione architettonica

Con la rivoluzione, avvenuta nel 1964, e la conseguente fuga in massa della popolazione di origine araba ed indiana, si sono affievolite le radici con il patrimonio storico-culturale, non autoctono ma eredità dei vari colonizzatori: Arabi, Portoghesi, Omaniti, Britannici oltre ad una forte presenza di commercianti indiani. Gli edifici storici risultano così come conchiglie senza più il loro abitante originario ma abbandonati o impropriamente restaurati ed utilizzati.

file:ST.jpg Stone Town - “House of Wonders” con evidenti crolli

Non vi è in effetti una vera tradizione architettonica autoctona, probabilmente soffocata dalle tradizioni riferite alle varie culture che hanno dominato sull'isola dal XVI secolo in poi. Nei villaggi il ricorso alla tecnologia delle pareti a traliccio ligneo e terra cruda con copertura con tetto di foglie di palma – che costituisce forse l'unico esempio di edilizia autoctona - è pressocchè abbandonata a favore della realizzazione di semplici alloggi, in muratura di blocchi di cls, realizzati artigianalmente da produttori locali. Manufatti per lo più a base rettangolare senza alcuna articolazione e spesso con minima organizzazione distributiva, dove quasi sempre la copertura è affidata ad un semplice tetto a capanna o a padiglione con sotto-struttura lignea e manto di lamiere ondulate di vario colore.

I fabbricati che nel passato sono stati sede del potere e della vita economica e sociale sorgono prevalentemente nella capitale Stone Town e oggi si presentano in una veste dimessa, alterata o modificata dal corso della storia e delle diverse “dominazioni” sull'isola, svuotati dal ruolo centrale del passato, poco curati o addirittura pericolanti, apparentemente rifiutati dalla cittadinanza.

Tecnologie utilizzate e materiali reperibili in loco La tecnologia costruttiva comunemente utilizzata è molto semplice: struttura in cemento armato per pilastri isolati, spesso senza una fondazione vera e propria ma una semplice trincea a sassi, tamponature perimetrali in blocchi di cemento e sabbia dello spessore di 20cm circa, coperture con esile struttura lignea e manto realizzato con lamiere ondulate di varie fogge e colori. In un contesto di clima tropicale il comfort abitativo nelle ore centrali della giornata è nullo. Negli edifici di importanza maggiore abbiamo rilevato un timido approccio bioclimatico mediante la creazione di tetti ventilati. Per contro, alla povertà dei materiali abbiamo registrato la presenza di una sopravvissuta capacità artigianale, non raffinata ma diffusa. E' frequente incontrare piccole fabbriche di mattoni o manufatti in cemento ma anche falegnamerie ed intagliatori. I materiali di finitura sono di bassa qualità e di provenienza dall'est asiatico.

Soluzioni bioclimatiche

Il clima di Zanzibar può essere definito tropicale; le temperature sono quindi piuttosto calde con medie che possono raggiungere i 27 °C in dicembre ma grazie all’influenza dell’Oceano Indiano le escursioni termiche sono piuttosto ridotte. L'isola di Unguia - e particolarmente la costa orientale - è caratterizzata dalla presenza di venti a carattere costante, con intensità media di 10kts.

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Da una analisi degli edifici storici si rileva un evoluto sistema di sfruttamento della ventilazione naturale - in particolare delle brezze marine, sempre molto tese - e della capacità di raffrescamento offerte dalla massa muraria – spesso notevole - e dalle ombreggiature. Diversamente che alle latitudini più temperate, le aperture esterne sono mantenute sempre aperte e gli infissi sono spesso privi di vetri – sostituiti da fitte reti metalliche o plastiche.

file:ST1.jpg Stone Town - “Old Dispensary” - dettaglio della corte interna e della copertura

La progettazione vuole fare tesoro delle tecniche di raffrescamento sviluppate sull'Isola e frutto dell'esperienza costruttiva secolare. Sono state individuate alcune soluzioni tecniche bioclimatiche, che si possono sintetizzare nelle seguenti soluzioni: sistemi di ventilazione naturale mediante la creazione di effetti “camino” e “effetto Venturi”; utilizzo della massa muraria come dispositivo di inerzia termica; ombreggiamento lungo i fronti esposti a maggiore irraggiamento.

Nell'ottica di valorizzazione delle risorse e potenzialità locali la progettazione prevede l'utilizzo dei mattoni in cemento come materiale caratterizzante l'intervento; tale tecnologia è però da implementarsi mediante l'utilizzo di stampi più performanti, anche per la realizzazione di manufatti con superfici strutturate, che riducono le temperature estive grazie all’auto-ombreggiamento.

Le pareti perimetrali sono ipotizzare a cassetta ventilata.

La produzione dei mattoni può avvenire a piè d'opera, con approvvigionamento degli inerti dalla vicina cava, in una ottica di riduzione dei costi di produzione come dei costi ambientali.

file:matt.jpg fabbrica di mattoni in blocchi di cemento

Un'altra risorsa del territorio da valorizzare è la capacità di lavorazione e utilizzo del legno di produzione locale, sia per le strutture di copertura che per gli infissi ed arredi, come la capacità di realizzare coperture ventilate in foglie intreccate di palma, a basso impatto ambientale ed alto valore bioclimatico.

Non è esclusa la possibilità di introdurre tecnologie più avanzate previa verifica della sostenibilità economica riferita all'intero ciclo di vita degli edifici, con particolare attenzione al programma di manutenzione ed alla sua realizzabilità.


impianti e reti infrastrutturali

Uno degli obbiettivi primari del progetto è la sua sostenibilità ambientale in un contesto ancora incontaminato eppure in fase di aggressione da parte della speculazione edilizia legata al turismo.

Tutti gli edifici sono previsti dotati di energia elettrica, sia per l'illuminazione dei locali che per il funzionamento delle attrezzature.

Per sopperire all'intero bisogno di energia elettrica si prevede la creazione di un campo micro-eolico, collocato nel punto più rilevato del lotto. La scelta è in considerazione delle caratteristiche proprie dell'area, caratterizzata da venti sempre tesi (poco più a nord, Paje è un famoso centro per la pratica di kite-surf), che assicurano una produzione di energia con un buon sfruttamento dell'impianto ed, al tempo stesso, un minimo impatto visivo.

Non è presente una rete pubblica di fornitura acqua potabile, pertanto è stato già realizzato, in accordo con l'amministrazione locale, un pozzo di emungimento acque profonde ritenute potabili ed una rete provvisoria di distribuzione. L'esecuzione del progetto prevede la realizzazione di un'adeguata rete di approvvigionamento interrata Per uso irriguo si prevede il parziale riuso delle acque grigie depurate e il ricorso a pozzi di emungimento interni al lotto di cui si sia verificata la salinità e la compatibilità con le colture.

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Rete fognaria – fitodepurazione

Al fine di limitare al massimo l'impatto ambientale indotto dall'insediamento, gli scarichi fognari delle acque nere e grigie verranno trattati mediante impianto di fitodepurazione, posto a valle. Nella prossimità dell'accesso Sud Ovest del lotto, in posizione elevata, sottovento rispetto all'azione dei venti prevalenti, è prevista la realizzazione di una stazione di raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani.


  Arch. Silvia Nanni



didascalia immagini

foto

2. Stone Town - “House of Wonders” con evidenti crolli 3. Tipica costruzione in traliccio ligneo e terra cruda con copertura con tetto di foglie di palma 4. tipologia costruttiva corrente: struttura in cemento armato per pilastri isolati, senza una fondazione vera e propria ma una semplice trincea a sassi, tamponature perimetrali in blocchi di cemento e sabbia dello spessore di 20cm circa, coperture con esile struttura lignea e manto realizzato con lamiere ondulate di varie fogge e colori; struttura al grezzo 5. fabbrica di mattoni in blocchi di cemento 6. macchina per la fabbricazione di mattoni 7. copertura con struttura lignea e manto in foglie di palma 8. artigianalità diffusa: falegnameria lungo strada 9. - 10. Stone Town - “Old Dispensary” - dettaglio della corte interna e della copertura 11. Stone Town - “Palace Museum” - dettaglio del vano scala e copertura 12. Il Consiglio comunale di Kajenwua

Foto @silviananni @davidedeplano

Immagini

tabella vento - Venti dominanti: intensità e direzione (Fonte: www.windfinder.com)