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+ | Nel precedente post - dove ho pubblicato un poster che tenta di che tenta una sintesi di tutti gli incentivi varati per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente - risulta evidente la carenza di una visione, una visione complessiva all'interno del quale i vari incentivi dovrebbero andarsi a inserire al fine di raggiungere un obiettivo prefissato. | ||
- | + | Questa visione manca ed è responsabilità e compito di tutti gli operatori - a cominciare in primo luogo dagli architetti e dai tecnici nel settore chiamati a svolgere un ruolo di grande responsabilità ed anche ruolo di garanzia rispetto agli incentivi stessi - di elaborare una profonda riflessione ed un contributo di metodo affinché gli interventi incentivati costituiscono un effettiva riqualificazione e vadano a colmare con efficacia quelle carenze strutturali del nostro patrimonio edilizio in particolare quello recente. | |
- | + | E' necessario che gli interventi sul patrimonio edilizio siano un ispirati da principi di effettiva riqualificazione e non semplice promozione del settore delle costruzioni - quindi ancora una volta una questione di finanza pubblica o, più in generale, di business. | |
- | + | Costruiamo quello che manca: costruiamo una visione. E lo strumento per attuare una visione e per mettere a punto un metodo si chiama Progetto. | |
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+ | Il progetto racchiude in se le motivazioni, gli obiettivi, i metodi, le strategie: a partire dall'analisi puntuale delle singole situazioni un progetto non è mai generico, un progetto è sempre specifico ed è calato – anzi - trova dall'analisi del contesto, delle sue peculiarità ed alle sue carenze, la sua linfa vitale e la sua stessa ragion d'essere. | ||
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Versione corrente delle 14:02, 1 set 2020
Recupero del patrimonio edilizio recente: Appunti su Superbonus e dintorni #2
Pensiamo positivo e costruiamo quello che manca: facciamo ordine.
Pensiamo positivo e costruiamo quello che manca: Serve una visione.
Nel cercare di riordinare in uno schema complessivo tutti gli incentivi in vigore appare evidente che manchi una visione, una immagine unitaria, un progetto. Nel precedente post - dove ho pubblicato un poster che tenta di che tenta una sintesi di tutti gli incentivi varati per il recupero e la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente - risulta evidente la carenza di una visione, una visione complessiva all'interno del quale i vari incentivi dovrebbero andarsi a inserire al fine di raggiungere un obiettivo prefissato.
Questa visione manca ed è responsabilità e compito di tutti gli operatori - a cominciare in primo luogo dagli architetti e dai tecnici nel settore chiamati a svolgere un ruolo di grande responsabilità ed anche ruolo di garanzia rispetto agli incentivi stessi - di elaborare una profonda riflessione ed un contributo di metodo affinché gli interventi incentivati costituiscono un effettiva riqualificazione e vadano a colmare con efficacia quelle carenze strutturali del nostro patrimonio edilizio in particolare quello recente.
E' necessario che gli interventi sul patrimonio edilizio siano un ispirati da principi di effettiva riqualificazione e non semplice promozione del settore delle costruzioni - quindi ancora una volta una questione di finanza pubblica o, più in generale, di business.
Costruiamo quello che manca: costruiamo una visione. E lo strumento per attuare una visione e per mettere a punto un metodo si chiama Progetto.
Il progetto racchiude in se le motivazioni, gli obiettivi, i metodi, le strategie: a partire dall'analisi puntuale delle singole situazioni un progetto non è mai generico, un progetto è sempre specifico ed è calato – anzi - trova dall'analisi del contesto, delle sue peculiarità ed alle sue carenze, la sua linfa vitale e la sua stessa ragion d'essere.
Per approfondire: Silvia Nanni, L'eredità, appunti per una cultura del recupero del patrimonio edilizio recente