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Le aree scoperte, già utilizzate per lo stoccaggio di materiali edili, vengono riorganizzate; buona parte delle merci è prevista in stoccaggio al di sotto di pensiline la cui copertura è prevista come supporto di pannelli fotovoltaici. Tale soluzione consente la mitigazione visiva dei materiali, la loro protezione dalle intemperie e, soprattutto, dai raggi solari ed al contempo garantisce la sostenibilità ambientale dell'intervento.
Le aree scoperte, già utilizzate per lo stoccaggio di materiali edili, vengono riorganizzate; buona parte delle merci è prevista in stoccaggio al di sotto di pensiline la cui copertura è prevista come supporto di pannelli fotovoltaici. Tale soluzione consente la mitigazione visiva dei materiali, la loro protezione dalle intemperie e, soprattutto, dai raggi solari ed al contempo garantisce la sostenibilità ambientale dell'intervento.
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La previsione di una ampia superficie coperta da tettoie è finalizzata alla mitigazione visiva l'area di stoccaggio materiali ed al contempo al fine di realizzare un impianto fotovoltaico che consenta la completa autosufficienza dell'insediamento.
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La previsione di una ampia superficie coperta da tettoie è finalizzata alla mitigazione visiva l'area di stoccaggio materiali ed al contempo al fine di realizzare un impianto fotovoltaico che consenta la completa autosufficienza dell'insediamento.
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E' prevista la demolizione dei fabbricati di servizio, di scarsa qualità architettonica ed in pessime condizioni di manutenzione, che, essendo ubicati al piano di campagna, rappresentano anche per gli addetti un fattore di esposizione al rischio idraulico. Non è prevista la demolizione del fabbricato con copertura a volta, realizzato come prototipo nell'anno 1964, che viene mantenuto come “archeologia industriale” e riutilizzato per l'esposizione di componenti edili.
E' prevista la demolizione dei fabbricati di servizio, di scarsa qualità architettonica ed in pessime condizioni di manutenzione, che, essendo ubicati al piano di campagna, rappresentano anche per gli addetti un fattore di esposizione al rischio idraulico. Non è prevista la demolizione del fabbricato con copertura a volta, realizzato come prototipo nell'anno 1964, che viene mantenuto come “archeologia industriale” e riutilizzato per l'esposizione di componenti edili.

Versione corrente delle 15:49, 6 feb 2018

RECUPERO DI AREA PRODUTTIVA - STUDIO DI FATTIBILITA'

Lo Studio di Fattibilità sviluppa, tramite una progettazione preliminare, l'ipotesi di riqualificazione e valorizzazione di un'area adibita alla produzione e commercializzazione di prodotti e materiali edili mediante un riordino delle aree di stoccaggio dei materiali ed un adeguamento delle strutture di servizio all'attività. Lo Studio è orientato al raggiungimento di diversi obbiettivi:prioritariamente la riqualificazione paesaggistica ed architettonica dell'insediamento, anche in considerazione della sua visibilità dalla rete viaria, quindi la gestione del rischio idraulico presente ed infine l'adeguamento delle strutture presenti all'evoluzione dell'attività. L'evoluzione dell'attività nell'area nonché il mutato quadro normativo rende auspicabile l'adeguamento delle strutture di servizio all'attività stessa. Infatti, i locali ad uso ufficio risultano inadeguati, così come i locali di servizio per il personale. Si rende inoltre necessaria una migliore razionalizzazione dell'uso delle aree esterne e la dotazione delle aree di stoccaggio di coperture, finalizzate prioritariamente per proteggere i materiali dalle intemperie come dall'irraggiamento solare, causa del precoce deperimento degli imballaggi. E' inoltre sentita la necessità di curare l'immagine stessa dell'attività insediata.

Al vigente Piano Strutturale l'area rientra nel “Subsistema delle aree ad assetto indefinito”; la zona è individuata come “Area critica” con degrado”urbanistico,fisico,socio-economico“ .

L'’amministrazione comunale ha dato avvio ad uno specifico processo partecipativo, ai sensi della legge regionale 69/2007, finalizzato a condividere, sviluppare e verificare ogni fase del procedimento di formazione dei nuovi strumenti urbanistici con i cittadini. Il processo partecipativo, denominato “Percorso comune”, è stato suddiviso in due fasi riferite al Ps: “Il monitoraggio del Piano: verifica ed approfondimenti degli obiettivi del Piano strutturale e del sistema delle conoscenze” e “Elaborazione dello statuto e visione strategica dei luoghi”. Dall'esame dei documenti di sintesi emergono, per l'area in oggetto e, più in generale, per le zone produttive, alcune significative indicazioni, tra le quali: effettuare opere di mitigazione ambientale (schermature vegetali, fasce boscate ecc.) istallazione di impianti fotovoltaici utilizzando le coperture; recuperare e valorizzare il torrente ed il muro a barriera del corso stesso (argine). Lo Studio fa sue tali indicazioni.

STUDIO DI FATTIBILITA'

Come già accennato, il presente Studio di Fattibilità sviluppa, tramite una progettazione preliminare, l'ipotesi di riqualificazione e valorizzazione dell'area in oggetto, adibita alla produzione e commercializzazione di prodotti e materiali edili. La proposta prevede il mantenimento dell'attività insediata, potenziando l'aspetto commerciale rispetto l'attività produttiva. La destinazione commerciale andrebbe ad inserire l'area nell'ambito della vasta zona commerciale, già in essere, consentendo una armonizzazione delle attività nell'ambito. file:plan.jpg

Criteri progettuali

Il criterio progettuale utilizzato è in considerazione della particolare collocazione dell'area ed alla sua visibilità, da un lato, ed alla gestione del rischio idraulico, dall'altro. La progettazione prevede un ridisegno delle aree esterne utilizzate per lo stoccaggio dei materiali edili, prevedendone il riordino e la mitigazione visiva mediante l'utilizzo di tettoie fotovoltaiche. La soluzione progettuale è in conformità a quanto suggerito nel Processo partecipativo “Percorso Comune” già citato. Le attività di supporto – uffici tecnici ed amministrativi, attrezzature per il personale, zona vendita utensili ed attrezzature minute – attualmente ubicate in una porzione di fabbricato a prevalente destinazione residenziale,sono previste ricollocate in un nuovo modesto fabbricato, su pilotis, al fine di dotare l'attività di adeguati spazi di servizio, ed, al contempo, di raggiungere una ottimale riduzione del rischio idraulico. L'intervento consente la demolizione (con recupero della volumetria) dei manufatti legittimi. I locali attualmente utilizzati ad ufficio verrebbero restituiti alla loro originaria destinazione residenziale consentendone il recupero, in conformità alle indicazioni del vigente Regolamento Urbanistico. file:v2.jpg Illustrazione del Progetto di Fattibilità Nel dettaglio, lo Studio ipotizza la realizzazione di un fabbricato, sviluppantesi su due piani (primo e secondo) su pilotis, adibito ad uffici, servizi per il personale e zona commerciale per la rivendita di piccole attrezzature, minuterie e materiali di finitura. L'altezza massima del fabbricato è ipotizzata in 11,50mt. file:sez.jpg Le aree scoperte, già utilizzate per lo stoccaggio di materiali edili, vengono riorganizzate; buona parte delle merci è prevista in stoccaggio al di sotto di pensiline la cui copertura è prevista come supporto di pannelli fotovoltaici. Tale soluzione consente la mitigazione visiva dei materiali, la loro protezione dalle intemperie e, soprattutto, dai raggi solari ed al contempo garantisce la sostenibilità ambientale dell'intervento. La previsione di una ampia superficie coperta da tettoie è finalizzata alla mitigazione visiva l'area di stoccaggio materiali ed al contempo al fine di realizzare un impianto fotovoltaico che consenta la completa autosufficienza dell'insediamento. file:v1.jpg E' prevista la demolizione dei fabbricati di servizio, di scarsa qualità architettonica ed in pessime condizioni di manutenzione, che, essendo ubicati al piano di campagna, rappresentano anche per gli addetti un fattore di esposizione al rischio idraulico. Non è prevista la demolizione del fabbricato con copertura a volta, realizzato come prototipo nell'anno 1964, che viene mantenuto come “archeologia industriale” e riutilizzato per l'esposizione di componenti edili. In considerazione della visibilità dell'area dalla viabilità, in particolare dal raccordo con la Superstrada Firenze-Pisa-Livorno direzione Livorno, è prevista la realizzazione di una quinta architettonica, con funzione di schermatura e di connotazione nel paesaggio, richiamando il linguaggio dell'architettura industriale. file:part.jpg Infine, in accoglimento delle indicazioni del Percorso partecipato, viene data la disponibilità ad un utilizzo pubblico del percorso posto alla sommità dell'argine del torrente Vingone,a condizione che il percorso sia protetto adeguatamente, al fine di evitare infortuni e accessi all'area di proprietà. file:mas.jpg planivolumetrico